Monica Angela, la moglie di Alberto Angela, non si concede mai alla stampa e ai paparazzi, cosa c’è dietro questa scelta.
Alberto Angela è ormai un’istituzione culturale, degno erede di suo padre: Piero Angela. Ha scelto una branca di divulgazione più umanistica e storica, forse per passione o forse per discostarsi, almeno in parte, dall’invadente e maestosa immagine pubblica del conduttore di Super Quark. Ad ogni modo, riuscendo nell’impresa di conquistare la stima e la considerazione dei telespettatori che, da decenni, seguono le sue trasmissioni televisive ed i suoi interventi.
Alberto Angela è uno dei pochi ad essere riuscito a tutelare la sua privacy. In un mondo in cui persino i politici raccontano aneddoti di vita privata ai propri elettori, figure come lui appaiono come un’eccezione inestimabile. Nulla o poco si sa dunque sulla relazione sentimentale di Angela con sua moglie Monica, la quale non ama particolarmente l’attenzione di paparazzi e telecamere.
L’unica occasione nella quale si concesse ai giornalisti risale al 2002, quando un evento traumatico cambiò la percezione dell’esistenza della coppia. Esperienze come quella vissuta dal conduttore e ricercatore rimangono tatuate nella mente e contemplano inevitabilmente una maggiore attenzione alle piccole cose.
Monica e Alberto Angela convolano a nozze nel 1993, reduci da un lungo fidanzamento. Si sono conosciuti tra i banchi universitari e non sono più riusciti a separarsi. Nel 1998 nasce il primogenito Riccardo, al quale seguiranno Edoardo (1999) ed Alessandro (2004). La famiglia si è mostrata sin da subito restia a concedere la propria immagine a favore di telecamera. Qualche anno fa i tabloid si concentrarono soprattutto sul secondogenito, in quanto divenne virale un suo selfie, pubblicato ingenuamente sui social.
Di Monica però, neppure l’ombra. Lo stesso Alberto Angela non parla molto della sua intimità famigliare. I pochi pensieri rivolti alla moglie si contano sulle dita di una mano e sono per lo più di matrice affettuosa ed ironica. Ha raccontato, ad esempio, di amare profondamente il tiramisù preparato da lei e di apprezzarla molto come figura materna. L’unica occasione nella quale sua moglie chiuse un occhio rispetto alla tutela della sua privacy risale al 2002.
Corse presso l’aeroporto di Fiumicino per riabbracciare suo marito, rapito e torturato in Nigeria. “Un’esperienza del genere ti aiuta a riflettere sul valore della vita e ad amarla di più” – raccontò più tardi Alberto Angela in una toccante intervista – “Mi hanno torturato, minacciato e derubato”.
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