Non è solamente una leggenda: puoi vedere dal vivo la spada nella roccia proprio in questo posto d’Italia, è veramente suggestivo.
L’immagine della spada nella roccia è indissolubilmente legata al mito arturiano: tutti sappiamo infatti che Artù, per dimostrarsi il vero erede al trono dopo la morte di suo padre Uther Pendragon, ha dovuto superare la prova della spada, essendo tra l’altro l’unico in grado di estrarla dalla roccia a dispetto dei tanti altri lord contendenti.
Negli antichi cicli francesi, il momento viene anche declinato in chiave cristiana: l’estrazione della spada da parte di Artù è visto come un momento di affermazione della volontà divina, con Dio che ovviamente non poteva non supportare il legittimo erede al trono, facendo così trionfare la verità e la giustizia.
Senza dubbio, quella arturiana (ma lo ricordiamo, non si tratta di Excalibur!) è la spada nella roccia più famosa, ma a quanto pare ce n’è una anche oggi visitabile proprio nel nostro paese. Sapevate infatti che, a due passi da Roma, è possibile vedere questa particolare spada infilata in una roccia, con tanto di incisioni? L’escursione potrebbe essere davvero “leggendaria”!
Qualcuno ha trovato un’antichissima spada nella roccia sul Monte Terminillo, vetta appartenente ai Monti Reatini e molto vicino a Roma. La spada si trova in località 5 Confini, lungo il sentiero del Planetario e pare sia arrivata lì grazie a cinque cavalieri templari, di ritorno da una missione ad Oriente costretti a rifugiarsi sulla montagna nella speranza di sopravvivere.
La storia della spada si legge nel libro Dalle Leggende ai Misteri tra Terra e Cielo; tutto ha inizio nel 1307, col Maresciallo del Tempio Guy de la Roche e quattro cavalieri suoi confratelli in fuga probabilmente dopo l’ordine di Filippo IV Re di Francia di catturare tutti i cavalieri Templari, a cui è seguito poi quello del Papa Clemente V.
Nel tentativo di spostarsi nel Regno di Sicilia, il gruppo si è rifugiato sul Monte Terminillo; con un gesto probabilmente toccante, Guy de la Roche infisse la sua spada in una roccia, sciogliendo i confratelli dal giuramento dell’ordine, invocando la giustizia divina. Ad oggi possiamo vedere una riproduzione fedele della spada, su cui è leggibile l’iscrizione “INIO”(ovvero “In Nomine Iesu Omnipotentis” ) e anche, dall’altro lato, l’iscrizione dell’anno.
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