Riconfermato il Bonus Maroni anche per il 2025: il Governo Meloni ha dato il via libera ad una delle agevolazioni più amate dai lavoratori ma da quest’anno c’è un’importante novità.
Con la manovra di Bilancio 2025 il Governo di Giorgia Meloni ha riconfermato, tra gli altri, anche il bonus Maroni, una delle agevolazioni maggiormente apprezzate dai lavoratori. Infatti questo bonus, in alcuni casi, consente ai dipendenti di trovarsi con una busta paga molto più ricca alla fine di ogni mese fino alla pensione.
Per chi non lo conoscesse, il bonus Maroni consiste in uno sgravio contributivo: in pratica il lavoratore che sceglie di fruirne – è uno dei pochissimi bonus che spetta al lavoratore decidere se utilizzare oppure no – fino all’età della pensione non dovrà più pagare la sua parte di aliquota Inps.
In Italia solitamente i lavoratori dipendenti hanno a loro carico il 9,19% di Inps da pagare ogni mese. Chi fruisce del bonus Maroni, invece, riceverà ogni mese questo 9,19% in busta paga fino all’età della pensione di vecchiaia. Tutti possono averlo? No, non tutti, per poterne beneficiare bisogna soddisfare requisiti ben precisi.
Bonus Maroni: ecco come funziona
Via libera al bonus Maroni anche per il 2025 ma con una novità di grande impatto e che farà la differenza per migliaia di lavoratori. Il Governo, infatti, ha deciso di modificare un piccolo dettaglio.
Il bonus Maroni è nato per premiare i lavoratori che, pur potendo andare in pensione con qualche anno di anticipo, scelgono, invece, di restare a lavorare. In particolare, fino al 2024, quest’agevolazione si rivolgeva solo a chi rinunciava ad accedere alla pensione anticipata con Quota 103.
Quota 103 – riconfermata anche per quest’anno – permette di uscire dal lavoro ad appena 62 anni con almeno 41 anni di contributi. Se un lavoratore, pur avendo raggiunto ambo i requisiti necessari, decide di rinunciare a Quota 103 ma resta a lavorare può chiedere all’Inps di beneficiare del bonus Maroni.
Non è un bonus automatico ma bisogna richiederlo. Chi sceglierà di sfruttarlo avrà ogni mese il 9,19% in più in busta paga fino all’età della pensione di vecchiaia, cioè fino a 67 anni. Tuttavia al momento della pensione avrà anche un assegno un pochino più basso in quanto quel 9,19% di contributi nessuno li verserà al suo posto.
Bonus Maroni: cosa cambia da quest’anno
Il bonus Maroni, come spiegato nel paragrafo precedente, consiste in uno sgravio contributivo e, fino allo scorso anno, si rivolgeva solo ed esclusivamente a quei lavoratori dipendenti che rinunciavano ad accedere alla pensione anticipata con Quota 103.
Da quest’anno, invece, potranno beneficiare del bonus Maroni anche coloro che rinunceranno alla pensione anticipata ordinaria. Con questa misura una persona può andare in pensione a qualunque età purché i contributi siano almeno 42 anni e 10 mesi per gli uomini e almeno 41 anni e 10 mesi per le donne.
Va da sé che, quindi, con la pensione anticipata ordinaria una donna potrebbe accedere alla pensione anche prima dei 60 anni e se i casi di questo tipo fossero molti le casse dell’Inps andrebbero in tilt. Dunque per evitare troppe uscite di massa dai luoghi di lavoro, il Governo ha deciso di estendere il bonus Maroni non solo a chi rinuncerà a Quota 103 ma anche a chi rinuncerà alla pensione anticipata ordinaria.