Brutte previsioni per i consumatori italiani, il caffè potrebbe costare addirittura a 2 euro alla tazzina. Le cause dell’incredibile aumento dei prezzi.
Uno degli alimenti preferiti dai consumatori italiani è senza dubbio il caffè, soprattutto se consumato nella classica formula al bar. Un piacere, ma soprattutto un’abitudine e un prestesto per una breve pausa dagli impegni. L’Italia non è il primo consumatore di caffè al mondo.
Il paese dove il consumo pro capite è più alto è la Finlandia e in genere i maggiori bevitori di questa bevanda si trovano nel Nord Europa. Ma in Italia la consuetudine di consumare caffè è molto forte e vanta antiche tradizioni e modalità particolare. Proprio la preparazione in tazzina, da bere rapidamente in piedi al bancone del bar è una particolarità tutta italiana. Eppure per i consumatori del Bel paese si prepara una brutta sorpresa.
Caffè, le previsioni sui prezzi
Negli ultimi tre anni e mezzo il prezzo di una tazzina di caffè al bar è aumentata di circa il 15 per cento con un costo medio nella Penisola di 1,50 euro. Ma questo prezzo che ai più sembra eccessivo è destinato a crescere nei prossimi mesi. Addirittura secondo alcune previsioni pessimistiche potrebbe toccare ai 2 euro di media.
I motivi del rialzo previsto sono da ricercare nella crescita dei prezzi della materia prima, il cosiddetto caffè verde. Quest’ultimo subisce un trend di aumenti senza precedenti, oltre a essere interessato a un’estrema volatilità, cioè una tendenza accentuata alla variazione dei prezzi. Nel corso de 2024 il costo del caffè verde per libbra ha toccato e superato i 245 euro per libbra, che rappresenta il 66 per cento in più rispetto al 2023.
Addirittura il prezzo attuale è circa il doppio di quello registrato nel corso del 2021. Le cause di questi aumenti vertiginosi sono diverse. Innanzitutto i cambiamenti climatici che stanno investendo le aree di coltivazione, con terreni sempre meno produttivi ed estesi. Le piogge eccessive in Brasile o la siccità del Vietnam hanno pesato molto sulla produzione mondiale. Ci sono poi i problemi connessi alle tensioni internazionali nei commerci, con i rallentamenti dei traffici attraverso il Canale di Suez.
In generale i prezzi delle soft commodities, le principali merce coltivate dal grano al cacao, sono in crescita per le speculazioni, compreso il caffè. I risultati di questo andamento sono costi di produzione più elevati per i marchi principale in Italia, con una crescita che interessa tutta la filiera fino al consumatore finale, costretto a pagare sempre più cara la propria tazzina a bar, in un trend di rialzi che non appare concluso e che nel 2025 potrebbe continuare.