La busta paga di gennaio cambia e la novità più importante potrebbe riguardare un certo taglio dallo stipendio. Questa la voce da leggere con attenzione.
Il prossimo stipendio, quello riferito al mese di gennaio, arriverà non prima della fine del mese se non inizio di febbraio. Si tratta di una busta paga che bisognerà leggere con attenzione e che potrebbe risultare particolarmente diversa rispetto a quelle del 2024. A cambiare potrebbe essere il netto dello stipendio percepito.
L’importo lordo degli stipendi, a meno che nei mesi precedenti non siano stati firmati rinnovi contrattuali, non cambieranno, ma si vedranno differenze sul netto percepito.
Questo perché da gennaio sono entrate in vigore le nuove regole sul taglio del cuneo fiscale. Parliamo, quindi, della differenza che intercorre tra stipendio lordo e netto e sulla quale incidono i contributi a carico del lavoratore così come le imposte. Le nuove regole, volte dal governo Meloni, porteranno vantaggi ad alcuni lavoratori e svantaggi al altri.
Di fatto l’azione del Governo si è concentrata sulla voce “contributi” andando a riconoscere uno sgravio -com’era già successo nei 2 anni precedenti-. A differenza del passato però lo sgravio riguarderà le imposte. A partire dal 1° gennaio 2025 -eccetto che per le mamme lavoratrici che sfruttano il bonus mamme– ai lavoratori sarà applicata l’aliquota contributiva per intero; per i dipendenti privati parliamo del 9,19%, per i dipendenti pubblici dell’8,80%.
Si torna, quindi, a pagare i contributi secondo quanto previsto dalla legge e questo potrebbe essere il motivo per cui lo stipendio netto risulti più basso. Attenzione però, perché a compensare questo taglio ci sono le nuove regole del cuneo fiscale; il Governo interviene sulle imposte riconoscendo ai lavoratori un nuovo trattamento integrativo che si va ad aggiungere all’ex bonus Renzi e che già è riconosciuto a coloro che guadagnano fino a 15mila euro l’anno.
Inoltre è previsto un amento delle detrazioni sul reddito per lavoro dipendente. In numeri questo significa che chi ha un reddito annuo che non supera i 20mila euro, parliamo di circa 1.500 euro lordi al mese, spetta un trattamento integrativo che verrà calcolato in base a diverse aliquote:
A conti fatti, per chi si avvicina ad un reddito annuale di 20mila euro spetta un’integrazione di 80 euro al mese, mentre sale ad 83 euro mensili se il reddito è compreso tra i 20.000 e i 32.000. Sopra questa soglia la detrazione si riduce progressivamente fino alla soglia dei 40mila e che si può calcolare applicando la formula: 1.000*[(40.000-Reddito complessivo)]/8.000.
Applicando la formula e facendo due calcoli, si percepisce che dalle nuove regole ci guadagna di più chi ha un reddito superiore ai 35mila euro e che quindi erano esclusi dallo sgravio, in questo caso parliamo di un aumento netto mensile di 98 euro.
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