Se stai cercando un lavoro è fondamentale fare una buona impressione durante il colloquio. Gli esperti di selezione del personale rivelano le parole da non usare mai: le aziende non sopportano certi termini e frasi!
Di questi tempi trovare un lavoro non è proprio semplice, né per i giovani neolaureati o neodiplomati che non hanno ancora esperienza né per chi l’esperienza ce l’ha ma, per certe aziende, è un po’ troppo avanti con l’età. Una bella sfida dunque anche solo riuscire ad ottenere un colloquio.
Molti, infatti, si ritrovano ad inviare centinaia di Cv ogni giorno senza nemmeno venire ricontattati. Quando, finalmente, si riesce ad ottenere almeno un colloquio conoscitivo è, pertanto, fondamentale giocarsi bene le proprie carte e fare un’ottima impressione sui selezionatori.
A volte si fa il colloquio con il responsabile della selezione del personale. In realtà più piccole, invece, si fa il colloquio direttamente con il proprietario dell’azienda, quello che, in pratica, diventerà eventualmente il nostro datore di lavoro. In entrambi i casi è opportuno sapere cosa dire ma ancora più importante è sapere cosa non dire.
Ci sono parole e frasi che i datori di lavoro proprio non sopportano: alcune sono semplicemente abusate e, dunque, suonano false e costruite. Altre, invece, possono dare un’idea di superbia che, ovviamente, non è mai vista come una qualità. Nel prossimo paragrafo vediamo come fare un colloquio “vincente”.
Se, dopo tanti Curriculum inviati, finalmente sei stato contattato da un’azienda per un colloquio, questo è il momento giusto per giocarti al meglio le tue carte e dimostrare chi sei e quali sono le tue competenze. Ma attenzione: non usare mai certe parole e certe frasi o rischi di farti scartare subito.
Quando ci si presenta ad un colloquio con un’azienda che, magari, è proprio quella dei nostri sogni, bisogna arrivare già abbastanza preparati sulla filosofia aziendale in modo da trasmettere subito il proprio reale interesse. E’ naturale che siamo lì anche per lo stipendio, questo è scontato: ma chi ci sta di fronte deve subito capire che lo stipendio non è l’unica cosa che ci interessa altrimenti va da sé che assumere noi o un altro non farà differenza.
Le domande dei selezionatori sono, talvolta, davvero curiose e imprevedibili ma cerchiamo di essere tranquilli e rispondiamo con onestà. Se ci viene chiesto quali sono i nostri hobbies diciamo la verità e non inventiamo di fare volontariato 3 giorni a settimana se non è vero o di essere appassionati di trekking se lo abbiamo fatto 1 volta in 30 anni di vita.
Evitiamo accuratamente di usare parole come “entusiasta”, “motivato”, “esperto“: le prime due sono decisamente abusate e ormai chiunque le usa nel tentativo di fare una buona impressione. Definirsi esperti, invece, può essere interpretato come sintomo di poca umiltà e di poca predisposizione ad imparare.
Infine evitiamo anche la classica frase che ormai ogni azienda conosce a memoria “sono solare e so lavorare in gruppo e collaborare”: non siamo nati dentro una caverna, è normale che sappiamo collaborare con altri se ci viene richiesto! Oltre a questo non dimentichiamo l’importanza dell’outfit: formale ma non eccessivamente elegante!
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