In che modo è possibile farsi rimborsare le spese sostenute per la badante? L’Agenzia delle Entrate fa chiarezza sul punto.
Non è un mistero: l’Italia non è un Paese per giovani. Nella Penisola si nasce sempre di meno (379 mila nascite nel 2023 e nuovo record negativo) e si vive sempre più a lungo, con una speranza di vita che ha superato gli 81 anni per gli uomini e gli 85 per le donne. La conseguenza è una popolazione anziana inevitabilmente bisognosa di assistenza.
Stando alle stime, tra badanti e colf nel 2025 le famiglie italiane avranno bisogno di oltre 2,2 milioni di personale per l’assistenza. In testa alla classifica delle Regioni con maggior fabbisogno di badanti troviamo la Lombardia, seguita dalla Campania e dalla Sicilia. Insomma, uno scenario non esaltante destinato a tradursi in un aggravio di spese per i nuclei familiari.
Secondo l’indagine Family (Net) Work svolta a luglio 2024 una badante costa oltre la metà del reddito delle famiglie, con punte superiori al 70% nel 32,4% dei casi. Sorge dunque la domanda se sia possibile farsi rimborsare le spese sostenute per pagare il personale per l’assistenza familiare alle persone non autosufficienti (a cominciare dai familiari non fiscalmente a carico).
La risposta proviene direttamente da FiscoOggi, la rivista online dell’Agenzia delle Entrate. È possibile portare in detrazione le spese per le badanti nel 730 ordinario o precompliato e nel Modello Redditi Persone Fisiche (ex modello Unico PF). Più nel dettaglio spetta una detrazione del 19% per le spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale, calcolabile su un importo massimo di 2.100 euro.
Per poter usufruire della detrazione occorre che le prestazioni siano rivolte a persone non autosufficienti, impossibilitate a compiere i comuni atti della vita quotidiana. Parliamo cioè di persone bisognose di una sorveglianza continua o comunque non in grado di svolgere almeno una di queste attività:
Inoltre la condizione di non autosufficienza deve essere originata da una malattia certificata dal medico. Un altro requisito per beneficiare della detrazione è quello del reddito complessivo di chi sostiene le spese, che non deve essere superiore a 40.000 euro. Il pagamento dell’assistenza deve poi essere tracciabile (serve il bonifico o un altro sistema di pagamento tracciabile).
Allo stesso modo, è necessario documentare le spese: la documentazione dovrà contenere i dati anagrafici e il codice fiscale di chi ha effettuato il pagamento e del prestatore di assistenza. Quando le spese sostenute riguardano un familiare andranno indicati anche i suoi estremi anagrafici e fiscali nella fattura o nella ricevuta.
La detrazione spetta anche se a fornire l’assistenza è un’agenzia interinale, a condizione che la documentazione provveda a specificare la natura della prestazione e la qualifica contrattuale del lavoratore.
Potremmo mai comprendere un linguaggio alieno? L’intelligenza artificiale sta aprendo nuove strade per decifrare l’ignoto,…
Un ex concorrente del GF ha espresso un giudizio durissimo su Helena Prestes e Lorenzo…
Bonus interessante confermato per il 2025, ma in pochi italiani lo usano. C'è una detrazione…
A volte gli allievi superano i maestri...o addirittura provano a sfidarli! Un ex concorrente di…
I polipetti alla luciana sono un piatto tipico di Napoli molto gustoso e pieno di…
Se nonostante dieta e allenamento l'ago della bilancia continua a salire, potrebbe essere colpa della…