Come viene fatto un fumetto? No, non è solo disegno: ti spiego perché

Come viene fatto un fumetto? Non basta disegnare bene, ci sono diversi passaggi che in molti non conoscono: i segreti del racconto attraverso le immagini.

Ancora troppo poco studiato a livello accademico e spesso considerato come un intrattenimento frivolo, poco artistico e anche adatto esclusivamente ai bambini, il fumetto sta piano piano (finalmente) cominciando ad essere visto per quello che è: la nona arte.

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Come viene fatto un fumetto? No, non è solo disegno: ti spiego perché – fancityacireale.it

Per quanto sia indubbiamente un mezzo di comunicazione di massa, il fumetto ha la sua semiotica (non è un caso che un grande studioso come Umberto Eco fu tra i primi a notarlo) e la sua estetica, ed ha avuto nella sua storia varie fasi di sperimentazione che lo hanno portato oggi ad essere non soltanto conosciuto e fruito da milioni di persone in tutto il mondo, ma sempre più capace di ospitare pensieri, tematiche ed emozioni di talentuosi artisti.

Tutti, in Italia, conosciamo Tex, Diabolik, Dylan Dog, Topolino, Paperino e via dicendo, ma in pochi sappiamo effettivamente come viene realizzato un fumetto, ovvero (da definizione della Treccani) una “storia composta da immagini in sequenza”. Basta solo saper disegnare bene? Ovvio che no, e lo sceneggiatore ha un ruolo decisamente importante.

Come si realizza un fumetto: soggetto, sceneggiatura ed effettiva realizzazione grafica

Come detto, realizzare un fumetto significa raccontare una storia utilizzando la parola abbinata all’immagine: in maniera complementare e dialogante, queste due parti contribuiscono allo sviluppo del racconto, vignetta dopo vignetta. Il mezzo fumetto utilizza appunto la giustapposizione di vari elementi per portare visivamente la storia davanti al lettore.

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Come si realizza un fumetto: soggetto, sceneggiatura ed effettiva realizzazione grafica – fancityacireale.it

Eppure, sebbene i disegni siano la prima cosa che ci salta all’occhio quando svogliamo qualsiasi tipo di prodotto fumettistico, dall’albo settimanale alle graphic novel, c’è un lavoro “sotterraneo” che parte dalla parola scritta, di cui generalmente si occupa lo sceneggiatore di turno (e nulla vieta che possa anche essere il disegnatore, come accade ad esempio per ZeroCalcare o diversi altri autori cosiddetti “unici”). Generalmente, si parte da un soggetto, ovvero la nostra storia in forma prosastica: è questo che fa sì che la nostra storia venga o meno accettata dall’editore.

Successivamente, si passa alla sceneggiatura vera e propria, nella quale si sviluppano regie (ovvero la sequenza di scene, in un determinato luogo, con determinati personaggi e con specifiche inquadrature) e dialoghi, vignetta per vignetta. Un lavoro per nulla facile, ma che permette quella “magia” che, a lavoro finito, porta parola e immagine a unirsi affinché il lettore venga coinvolto in un nuovo racconto.

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