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Cultura

Il segreto delle note musicali: da Pitagora al pentagramma moderno

Cosa lega le note musicali che conosciamo oggi alla matematica dell’antica Grecia? Un viaggio affascinante tra scoperte, innovazioni e simboli che hanno plasmato il linguaggio universale della musica

La musica è molto più di una semplice combinazione di suoni. È un linguaggio universale, capace di esprimere ciò che spesso le parole non riescono a comunicare. Attraverso una melodia possiamo rivivere un ricordo, sentire una connessione con il mondo e persino costruire ponti tra culture lontane.

La storia delle note musicali da Pitagora al pentagramma moderno – fancityacireale.it

Da sempre, l’uomo ha cercato di dare ordine e struttura a questa forma d’arte, affinché potesse essere tramandata, studiata e condivisa. Ma ti sei mai chiesto da dove provenga il sistema di note musicali che oggi consideriamo scontato?

Le origini delle note musicali: dalla scoperta di Pitagora all’innovazione di Guido D’Arezzo

Tutto ebbe inizio nell’antica Grecia, quando il filosofo Pitagora osservò che i suoni musicali potevano essere descritti matematicamente. Studiando le corde di uno strumento monocorde, scoprì che la lunghezza della corda influiva direttamente sul suono prodotto. Se una corda veniva dimezzata, produceva un suono un’ottava più alto. Con proporzioni come 2:3 (per la quinta) e 3:4 (per la quarta), Pitagora stabilì i fondamenti delle scale musicali.

Questa scoperta non era solo musicale, ma anche filosofica. Per i Greci, l’armonia tra i numeri rappresentava l’ordine cosmico, un’idea che ha influenzato il pensiero occidentale per secoli.

Guido D’Arezzo con la sua innovazione ha portato la musica nell’era moderna – Fonte FB – fancityacireale.it

Passano i secoli e arriviamo all’XI secolo, dove il monaco Guido d’Arezzo rivoluziona l’apprendimento musicale. Prima della sua invenzione, i canti gregoriani venivano tramandati oralmente, rendendo l’apprendimento lungo e complesso. Guido introdusse un sistema di notazione basato su sillabe tratte da un inno religioso dedicato a San Giovanni Battista. Le sillabe erano:

  • Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La.

Questa scala aiutava i cantori a memorizzare meglio le altezze delle note. Più tardi, la sillaba Ut fu sostituita da Do, per una pronuncia più fluida, mentre il Si fu aggiunto nel XVI secolo per completare la scala.

Ma Guido non si fermò qui. Inventò anche il tetragramma, una serie di quattro linee su cui annotare le note. Questa innovazione si evolse nel pentagramma moderno, oggi universale nella scrittura musicale.

La nascita del temperamento equabile

Nel XVIII secolo, un’altra rivoluzione cambiò la musica: il temperamento equabile. Questo sistema divise l’ottava in 12 semitoni uguali, permettendo ai musicisti di suonare in tutte le tonalità senza dissonanze significative. Fu una svolta cruciale, soprattutto per strumenti come il pianoforte, che potevano ora eseguire musiche in qualunque tonalità senza riaccordarsi.

Le note musicali oggi: un linguaggio universale

Le sette note musicali, Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, non sono solo suoni; sono un linguaggio universale. Indipendentemente dal genere musicale o dallo strumento, queste note formano la base di ogni melodia. Pensiamo a una sinfonia di Mozart, a una canzone pop o a un brano jazz: tutto parte da queste stesse fondamenta.

La musica moderna è espressa attraverso l’innovazione del pentagramma – fancityacireale.it

Questo sistema non solo ha reso la musica più accessibile, ma ha anche permesso una collaborazione globale. Un musicista in Asia può leggere uno spartito scritto in Europa e viceversa, dimostrando come la musica superi le barriere linguistiche e culturali.

Un lascito millenario

La storia delle note musicali è una testimonianza di come l’ingegno umano possa trasformare un’osservazione scientifica in un sistema capace di unire il mondo. Da Pitagora a Guido d’Arezzo, fino ai compositori contemporanei, ogni passo ha arricchito il nostro linguaggio musicale.

E tu, la prossima volta che ascolti una melodia, penserai al viaggio straordinario che ha portato quelle note fino a te?

Pasquale Antoniacci

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