Nel 2025, richiedendo Quota 103, sarà possibile lasciare il lavoro per andare in pensione anche a 62 anni di età: vantaggi e svantaggi di questo meccanismo.
La Legge di Bilancio ha confermato per il 2025 le varie modalità di pensionamento anticipato che erano già in vigore durante lo scorso anno. Fra questi meccanismi rientra anche Quota 103, meccanismo che consente di uscire dal lavoro in anticipo rispetto ai requisiti previsti per la pensione di vecchiaia.
Quota 103, difatti, permette di lasciare l’impiego al compimento di 62 anni di età e avendo maturato 41 anni di contributi. Il meccanismo, però, così come gli altri in vigore, prevede dei vantaggi, ma anche degli svantaggi per il lavoratore che richiede l’accesso. Capiamo quali sono i pro e i contro di questa forma di pensionamento flessibile.
Quota 103, vantaggi e svantaggi del meccanismo di pensionamento flessibile
I lavoratori italiani potranno contare, anche durante il 2025, delle forme di pensionamento anticipato, come Opzione Donna, Quota 103 e l’Ape Sociale che il Governo ha deciso di prorogare attraverso la Legge di Bilancio.
Soffermandoci su Quota 103, per accedere a questo meccanismo è necessario essere in possesso, entro il 31 dicembre 2025, dei seguenti requisiti: aver compiuto 62 anni di età; maturato un’anzianità contributiva di almeno 41 anni. Possono accedere tutti i lavoratori autonomi e dipendenti, pubblici e privati, iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria e alle sue forme esclusive e gli iscritti alla Gestione separata dell’Inps, mentre non possono fare richiesta gli appartenenti al personale dipendente dalle Forze Armate, Polizia e Polizia Penitenziaria, Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza.
Come già anticipato, questo meccanismo prevede vantaggi e svantaggi che variano in base alla categoria di lavoro, ma anche agli anni di contributi. Il vantaggio di lasciare l’impiego a 62 anni di età è rappresentato dal fatto di percepire mesi di pensione in più (5 anni nel caso di chi va in pensione con Quota 103 a 62 anni di età) a cui si aggiungono anche le relative tredicesime.
Bisogna considerare anche i contro, ad esempio che gli importi mensili erogati vengono calcolati tenendo conto del metodo contributivo e non possono superare quattro volte l’assegno minimo Inps (per il 2024 circa 2.400 euro lordi). Inoltre, la pensione con Quota 103 non è cumulabile con altri redditi di lavoro di qualsiasi tipo, vincolo che rimane sino al raggiungimento dei 67 anni di età (requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia). Infine, si deve tener conto delle finestre mobili per la decorrenza del trattamento: sette mesi per i lavoratori autonomi o del settore privato, nove mesi per i lavoratori pubblici.