Lavoratori dipendenti, novità per le tasse a partire dal prossimo anno. Ecco che cosa si modifica per questa categoria.
Si preannunciano delle importanti e interessanti novità per il lavoro dipendente nel campo fiscale. Questi cambiamenti non hanno direttamente a che fare con le riforme fiscali che potrebbero prendere il via con la legge di bilancio, non si parla quindi in questa occasione della riduzione dell’aliquote IRPEF, cosa per altro da definire, né delle questione delle detrazioni, destinate ad essere ridotte.
Le novità sono inserite nel decreto IRES – IRPEF approvato di recente dal Consiglio dei Ministri. Gli interventi hanno l’obiettivo di ridefinire il welfare aziendale e a rivedere la base imponibile dell’IRPEF, con effetti sulla tassazione che i lavoratori dipendenti devono pagare. Ma vediamo i dettagli dell’operazione.
Lavoratori dipendenti, che cosa muta in termini di tassazione
Con il decreto è destinato a crescere il numero degli enti ai quali i datori di lavoro possono versare dei contributi senza che questi siano conteggiati nella base imponibile IRPEF dei dipendenti. In altre parole questi contributi saranno esenti da tassazione IRPEF.
Questi enti sono quelli iscritti all’Anagrafe dei Fondi sanitari integrativi, creata dal Ministero della Salute nel 2008. Il funzionamento di questi enti deve essere basato sui principi di mutualità e solidarietà tra gli iscritti. Il limite di questi contributi detassati rimane però invariato rispetto lo scorso anno, ed è fissato a 3.615,20 euro.
Nella lista dei contributi versati dal datore di lavoro il decreto inserisce poi i versamenti per coprire i rischi di non autosufficienza del dipendente. I contributi sono destinati anche ai familiari a carico del lavoratore e non saranno più conteggiati per la determinazione del reddito imponibile. Insomma si allarga il ventaglio delle coperture e si introducono benefici fiscali per i dipendenti interessati.
In tema di benefici fiscali e più precisamente di fringe benefit (benefici extra-salariali forniti dal datore di lavoro), il decreto prevede una maggiore chiarezza nella loro determinazione, con valore basato sul prezzo di mercato o su quanto speso dall’azienda. La somma massima di fringe benefit esente da tassazione è fissata a 258,23 euro. L’ultimo cambiamenti approvato riguarda la semplificazione delle procedure per le indennità e i rimborsi delle spese di trasferta.
In precedenza era necessario fornire dei documenti provenienti dal fornitore dei servizi per controllare le spese da rimborsare. Con la modifica basterà comprovare e documentare le spese sostenute senza prove dettagliate dei fornitori stessi. In questo modo, per i dipendenti sarà più semplice richiedere e ottenere i rimborsi per le spese sostenute in trasferta.