Pensioni e aspettativa di vita: rischiamo di dover lavorare per più di 43 anni

Più l’aspettativa di vita si allunga e più aumentano gli anni in ufficio: presto dovremo lavorare addirittura più di 43 anni!

Vivere il più a lungo possibile e in buona salute è il sogno della maggior parte di noi, anzi: forse di tutti noi! Spegnere 100 candeline sulla torta godendo ancora di un buono stato di salute fisica e mentale ormai non è più un traguardo irraggiungibile: in Italia cresce progressivamente il numero di persone che arrivano al secolo di vita o, addirittura, lo superano.

giorgia meloni
Pensioni e aspettativa di vita: rischiamo di dover lavorare per più di 43 anni -(foto Ansa)- fancityacireale.it

Tuttavia, questo ha un inevitabile prezzo da pagare: più viviamo e più a lungo dovremo lavorare. E’ logico del resto: l’Inps non può erogare assegni per 40 o 50 anni ad ogni contribuente altrimenti l’intero sistema previdenziale sociale crollerebbe nel giro di pochi anni.

Un tempo si poteva accedere alla pensione addirittura prima dei 60 anni ma, un tempo, il numero di persone che arrivavano a 90 anni era molto esiguo e quasi nessuno arrivava a 100. Oggi con i progressi della medicina le cose sono cambiate e i cambiamenti avranno un impatto significativo anche sulla nostra vita lavorativa. Secondo alcune stime non manca molto da quando, per poter accedere alla pensione, dovremo lavorare oltre 43 anni.

Pensione: presto dovremo lavorare più di 43 anni

Vita più lunga corrisponde a più lunga permanenza in ufficio se si vuole ricevere il proprio assegno Inps. L’allungamento della durata media della vita ha ripercussioni inevitabili anche sull’età della pensione: le baby pensioni sono ormai un lontano ricordo ma pesano come un macigno sulle nostre spalle ancora oggi a distanza di 40 anni. Presto, per ricevere il nostro assegno previdenziale, dovremo lavorare per oltre 43 anni.

uomo con la mano sulla fronte
Pensione: presto dovremo lavorare più di 43 anni/fancityacireale.it

La legge Fornero verrà mai cancellata? Questo nessuno può saperlo ma una cosa è certa: al momento, abolirla, rischierebbe di favorire troppe uscite anticipate dal lavoro e metterebbe seriamente a rischio la tenuta delle casse dello Stato. Per il momento, quindi, per accedere alla pensione di vecchiaia è necessario avere almeno 67 anni e almeno 20 anni di contributi.

Tuttavia – anche se non ci sono conferme ufficiali da parte del Governo – qualcuno stima che, dal 2027, l’età pensionabile potrebbe fare un balzo in avanti di 3 mesi: il simulatore online dell’Inps, nei giorni scorsi, segnava già 67 anni e 3 mesi come età pensionabile ufficiale dal 2027 in poi. L’Inps ha subito smentito ma il dubbio è rimasto.

Del resto è inevitabile che, se l’aspettativa di vita continuerà a crescere, dovrà aumentare anche l’età pensionabile o l’Inps esaurirà le sue risorse. Non possiamo escludere quindi che dal 2027 l’età per accedere alla pensione di vecchiaia passerà a 67 anni e 3 mesi. Ma non è questa l’unica modifica che potrebbe essere apportata.

Pensione solo dopo 43 anni di contributi dal 2027

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, anche se non ci sono ancora conferme da parte del Governo, non si esclude l’ipotesi che dal 2027 in avanti l’età pensionabile possa aumentare di 3 mesi e salire, così, da 67 anni a 67 anni e 3 mesi. Ma potrebbero venire introdotte anche altre novità.

uomo con le mani nei capelli
Pensione solo dopo 43 anni di contributi dal 2027/fancityacireale.it

Ad oggi, chi ha iniziato a lavorare molto giovane, può sfruttare una misura che consente di andare in pensione molto prima di aver compiuto 67 anni: si tratta della pensione anticipata ordinaria. Con questa misura non conta l’età ma contano solo i contributi che devono essere pari almeno a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne.

Pertanto chi ha iniziato a lavorare a 18 anni, con questa misura può andare in pensione a 60 anni o addirittura prima. Dal 2027, però, sempre per adeguarsi all’allungamento dell’aspettativa di vita i contributi necessari potrebbero salire di 3 mesi e passerebbero, dunque, a 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne.

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