Dal 1° gennaio 2025 è cambiato il tasso di interessi legali applicato su omesso o ritardato versamento dei contributi. Ecco cosa cambia.
A fare decorrenza dal 1° gennaio 2025 sono cambiati i tassi o saggi di interesse legali che passano al 2% annuo; lo ha comunicato l’INPS con la prima circolare del 2025, avvisando in questo modo di quelle che sono le nuove decisioni ministeriali convertite in legge. In concreto questo impatta sui pagamenti.
L’aumento del saggio sugli interessi legali è arrivato il 10 dicembre con un decreto del Ministero di Economia e Finanza e pubblicato poi in Gazzetta Ufficiale il 16 dicembre successivo. Come si accennava, il tasso di interesse legale arriva così al 2% annuo, con conseguente ricalcolo delle somme aggiuntive relative all’omesso o ritardato versamento dei contributi previdenziali e l’applicazione di interessi su prestazioni pensionistiche e previdenziali.
Che vuol dire questo in concreto? I datori di lavoro si troveranno con un aggiornamento delle sanzioni applicate in caso di contributi versati in ritardo; per i pensionati, invece, l’applicazione del 2% garantisce un calcolo più favorevole degli arretrati e delle somme dovute a titolo di interessi legali. A cambiare, quindi, sono anche TFR e TFS.
Come cambiano per i lavoratori TFR e TFS con i nuovi tassi di interesse legali
Il saggio del 2% incide anche sull’erogazione da parte dell’INPS per quelle somme che riguardano gli arretrati della pensione, ma ancor di più TFS e TFR. Questo perché l’adeguamento garantisce una maggiore coerenza tra quelli che sono gli interessi applicati ai diritti previdenziali e pensionistici.
In parole ancora più semplici, per i lavoratori i trattamenti di fine rapporto non sono in perdita anzi. L’INPS, in quanto ente gestore della previdenza obbligatoria, impone una mora -il tasso di interesse legale appunto- che i datori di lavoro o le amministrazioni dovranno versare in quanto hanno adempiuto in ritardo ai versamenti relativi ai trattamenti di fine rapporto.
Questo tasso di interesse è stabilito per il 2025 al 2% annuo, leggermente ribassato rispetto allo scorso anno quando invece era al 2,5%.
È importante sottolineare la nuova misura del 2% si applica: ai contributi in scadenza di pagamento al 1° gennaio 2025; alle esposizioni debitorie pendenti al 1° gennaio, per i quali il calcolo degli interessi sarà effettuato secondo i tassi applicati alle rispettive decorrenze.
Le sanzioni civili applicabili in caso di mancato o tardivo pagamento dei contributi si riducono così a questa nuova misura, a patto però che il contribuente versi quanto dovuto secondo il calendario stabilito dall’INPS.