Con la legge di bilancio 2025 cambiano i requisiti necessari per poter accedere alla Naspi: ecco tutto quello che devi sapere a riguardo
La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, più comunemente detta NASpI, è stata introdotta dal decreto legislativo n. 22 del 4 marzo 2015 ed è un’indennità di disoccupazione erogata mensilmente su istanza dell’interessato. Ne ha diritto, secondo la regola generale, il lavoratore subordinato che ha perduto involontariamente l’occupazione. Si tratta di un sostegno fondamentale per permettere al soggetto che ha perso il proprio impiego di poterne trovare un altro. Il primo requisito necessario per poterla richiedere è quindi sicuramente uno stato di disoccupazione involontaria, in cui versano tutte quelle persone che non abbiano deciso di rinunciare al proprio impiego per loro volontà. L’ultima legge di bilancio ha cambiato alcuni requisiti, vediamo quali.
La manovra finanziaria ha come scopo quello di predeterminare tutte le entrate e le spese dello Stato per l’annata di riferimento. A tal fine, modifica o non conferma numerose agevolazioni: ecco, quindi, le nuove regole introdotte per accedere alla NASpI.
L’ultima legge di bilancio ha introdotto nuove regole per poter accedere alla Naspi, al fine di limitare gli abusi perpetrati da moltissimi soggetti negli ultimi anni. Si è già anticipato che il primo requisito fondamentale è uno stato di disoccupazione involontaria. Il secondo fattore da soddisfare è invece di natura contributiva. Le dimissioni e la risoluzione consensuale sono casi in cui il soggetto interessato non potrà percepire l’indennità di disoccupazione prevista da questo particolare strumento, tuttavia, ci sono casi particolari in cui ciò è possibile: dimissioni per giusta causa o licenziamento disciplinare. Una parte delle nuove regole introdotte interessa il caso del lavoratore che abbia presentato dimissioni volontarie da un impiego e che poi, assunto nei 12 mesi successivi da altro datore di lavoro, sia stato licenziato da quest’ultimo. Ma andiamo più nel dettaglio.
Nell’ultimo caso riportato, sulla base dei nuovi requisiti contributivi, il lavoratore licenziato non avrà diritto all’indennità nel caso in cui non abbia accumulato almeno 13 settimane di contribuzione, ovvero nel caso in cui il suo rapporto lavorativo sia durato meno di 13 settimane. Prima dell’ultima legge di bilancio un caso come quello appena descritto dava diritto alla NASpI.
Con la nuova disciplina, invece, non sarà possibile in quanto il rapporto lavorativo è durato meno di quanto richiesto dalla disciplina normativa per poter accedere all’indennità. La legge di bilancio 2025 ha previsto questo cambiamento di requisiti per poter contrastare i numerosi episodi di abusi perpetrati negli ultimi anni, cercando di garantire maggiore equità al sistema.
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