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1 dicembre, giornata mondiale contro l’AIDS

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Ogni anno, dal 1988, il primo dicembre ricorre la Giornata mondiale contro l’AIDS. Questa ricorrenza fu indetta in un summit mondiale dei ministri della sanità, sui programmi per la prevenzione dell’AIDS, ed è stata ben accettata dai governi, dalle organizzazioni internazionali e dalle associazioni mondiali.

La prima giornata mondiale contro l’AIDS fu organizzata dall’UNAIDS (organizzazione delle Nazioni Unite per la lotta all’AIDS) in collaborazione con numerose associazioni e dal 2005 se ne occupa la WAC (The World AIDS Campaign). Ogni anno viene scelto un simbolo (una candela, un fiocco) per indicare la lotta all’AIDS.

Lo scopo della giornata mondiale contro l’AIDS è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, la società, in merito alla malattia, alle cause e alle metodologie per prevenirne l’insorgere. In queste giornate, spesso, vengono allestiti stand e distribuiti opuscoli informativi e preservativi, per incitare tutti alla prevenzione di questa malattia che è una delle epidemie più distruttive della storia.

“Secondo il rapporto UNAIDS diffuso pochi giorni fa, il numero di persone in trattamento antiretrovirale è aumentato di 2,2 milioni rispetto all’anno precedente” dichiara la dott.ssa Stella Egidi, responsabile medico di MSF. Ma gli obiettivi ambiziosi fissati a livello globale – come la fine dell’epidemia entro il 2030 – richiedono il superamento di diversi ostacoli che impediscono ancora a troppe persone di accedere alle cure o seguire il trattamento in maniera adeguata e continuativa”.

Bassa copertura. La copertura del trattamento, già bassa in molti contesti, precipita a meno del 25% in paesi come Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan. Affinché i paesi possano mettere un maggior numero di persone sotto trattamento rapidamente, serve volontà politica e sostegno finanziario, in particolare per i paesi con una copertura limitata del trattamento per l’HIV, che altrimenti rischiano di essere lasciati indietro.

Esaurimento delle scorte. Un rapporto presentato oggi da MSF – basato su indagini condotte in Sud Africa, Mozambico, Malawi e Repubblica democratica del Congo (RDC) – mostra che la causa principale dell’esaurimento delle scorte è l’incapacità di garantire l’ultimo tratto della filiera: i farmaci antiretrovirali sono disponibili nel paese ma non raggiungono gli ambulatori periferici a causa di procedure farraginose, sfide logistiche o la mancanza di risorse. Ricerche condotte per due anni di seguito in tutto il Sud Africa dimostrano ad esempio che tra il 20 e il 25% dei centri sanitari locali non sono stati in grado di distribuire, per periodi più o meno lunghi, uno o più farmaci per l’HIV o la tubercolosi. Nell’80% dei casi, i farmaci erano disponibili nel paese, ma non sono arrivati alle cliniche.

Alto tasso di abbandono. Un ulteriore studio condotto da MSF presso l’ospedale di Homa Bay in Kenya mostra che il 50% dei pazienti con l’AIDS ricoverati ha abbandonato il trattamento e che più della metà dei decessi in ospedale riguarda proprio pazienti affetti da HIV/AIDS . Il trattamento per l’HIV dura tutta la vita per questo è importante che il paziente sia seguito costantemente e che abbia facile accesso ai farmaci e al monitoraggio della carica virale di routine attraverso servizi decentralizzati. L’abbandono del trattamento che può portare allo sviluppo di infezioni opportunistiche e in molti casi alla morte

“I progressi fatti a livello globale nel fornire il trattamento contro l’HIV a un maggior numero di persone è sicuramente un risultato positivo ma tutti i paesi più colpiti dalla pandemia devono impegnarsi a fare proprie le nuove linee guida dell’OMS: mettere più persone sotto trattamento, appena il virus viene individuato”, conclude Stella Egidi.

Per vincere la lotta all’AIDS e combattere lo stigma ancora associato alla malattia è fondamentale coinvolgere in prima persona pazienti e comunità. In Sud Africa MSF ha collaborato con artisti locali e pazienti sieropositivi che hanno deciso di mettersi in gioco, nella realizzazione di murales che ritraggono i loro volti, per esortare altri giovani ad affrontare la malattia con coraggio e dimostrare che possono vivere una vita sana e soddisfacente. (medici senza frontiere)

#fancityaccaddeoggi

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