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1859, QUANDO IL SUD ERA lLA GERMANIA DI OGGI di Enzo Coniglio

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Quante fregnacce si studiano a scuola, prive di ogni fondamento scientifico e che deturpano la verità del nostro passato. Ma si sa. Gli insegnanti hanno conoscenze generali e per molti di loro, il manuale è la Bibbia e non potrebbe essere diversamente in questo contesto di pseudo riforme. In fondo, la storia la scrivono i vincitori che conoscono come manipolare le coscienze attraverso la disinformazione e come la si possa diffondere capillarmente attraverso il sistema scolastico.


Se avete tempo e conoscete l’inglese, vi suggerisco di leggere uno studio di Stéphanie Collet che ci farà cambiare idea sul Regno delle Due Sicile, dal titolo: “A unified Italy. Sovereign Debt and Investors Scepticism ” del marzo 2012. La Collet è Assistant Professor of Finance nella più antica Business School del mondo, creata a Parigi nel 1819 e denominata ESCP (École Superieure de Commerce de Paris) che oggi ha 5 prestigiosi Campus in Europa. Per lo studio ricordato, la Collet, ha ricevuto un premio speciale dalla Società di Storia economica di Cambridge. (Papers.ssrn.com)

Se invece non conoscete adeguatamente l’inglese, potete leggere una delle varie sintesi presentate da diversi media italiani, tra cui il Sole24ore del 30 giugno 2012 a firma di Giuseppe Chiellino e dal titolo: “Gli Eurobond che fecero L’Unità d’Italia quando il Regno di Napoli era come la Germania”.

La lettura di questo studio della Collet è quanto mai utile dopo aver analizzato lo sconfortante, recente Rapporto Svimez 2015 da cui si evince un Sud comatoso dall’assai  incerto futuro. Ci chiediamo: ” Ma il Sud è stato sempre così malandato?  Siamo  proprio precipitati dalle stelle alle stalle? “

La Collet ha esaminato a fondo la struttura e le conseguenze della unificazione del debito sovrano dei vari stati presenti nella penisola italiana nel 1861 e che decisero di unificarsi in un nuovo stato denominato Stato Italiano a guida piemontese. Si è sottoposta ad uno snervante e certosino lavoro di ricognizione di 25 emissioni di titoli dal 1847 al 1873, divisi in 4 gruppi: Regno del Piemonte e Sardegna; Lombardo-Veneto; Due Sicilie e Stato pontificio. 

Da queste analisi, ha dedotto che prima dell’unità  d’Italia, i titoli emessi dal Regno delle Due Sicilie – che nel momento della Unione rappresentavano il 25% del totale, contro il 44% del Piemonte, il 29% dello Stato Pontificio e il 2% del Lombardo-Veneto – pagavano i tassi più bassi: il 4,3%, 140 punti base in meno dei titoli papali e piemontesi e 160 in meno di quelli del lombardo-Veneto.  Questi dati fanno concludere alla Collet che “la Germania di oggi è l’economia più forte dell’Eurozona e quindi paga rendimenti più bassi in assoluto, come il Regno di Napoli prima della integrazione del debito sovrano”. Una sorta di spread ante literam!

La  Collet si rende conto della conclusione per molti versi scioccante della sua scoperta – conclusione e si premura a precisare che Napoli, anche dopo l’unificazione, era la città più importante del nuovo Stato e che il Regno delle Due Sicilie, poteva contare su una fiorente agricoltura, su una buona base industriale e su un efficiente sistema portuale. Insomma, il Sud non aveva nulla da invidiare al Centro e al Nord sia in temini economici che finanziari. In un certo senso, il Sud era simile alla Germania di oggi e lo spread ante literam, lo conferma.

Con l’unità, la situazione si capovolge con l’inserimento di un rischio relativo al processo unitario che penalizza il Sud ma questa è un’altra storia che merita una successiva approfondita analisi. 

(Enzo Coniglio)

 

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