Magazzino 14, luogo di lavoro e di sudore ma anche luogo di memoria e di identità. L’identità di una città che produceva economia con l’agrumicoltura e con il frutto della nostra terra. Quel luogo oggi dismesso che indica come la crisi ed una potente e costante distruzione dell’identità legata alla terra si sia, negli anni, spostata verso una corsa a depredare “l’oro verde”.
La sala è piena, oltre ottocento persone, sono nel magazzino per ascoltare, capire, contarsi. Ci sono tutti. Tanta gente, consiglieri comunali, il coordinamento al completo di CambiAmo Acireale, c’è il candidato sindaco Roberto Barbagallo ,ci sono Nando Ardita , Francesco Fichera , Adele Chiara D’anna e c’è, in prima fila, l’on. Nicola D’Agostino .
Apre i lavori Rosita Romeo con un resoconto del percorso di CambiAmo Acireale dall’idea di mettersi insieme alle primarie. E’ un discorso ecumenico, che parla poco di politica ma tanto di coesione, condivisione di emozioni, il tutto farcito con un certo numero di citazioni: dalla Montessori a Vasco Rossi. Dall’input iniziale di Rosita Romeo ci rendiamo conto che qualcosa nella dialettica politica acese sta cambiando. Sembra di essere in una convention politica a stelle e strisce.
L’avv. Marcello Bonaventura prende la parola e trasmette ai presenti il significato di CambiAmo Acireale. Quel significato che per Bonaventura, prima di ogni cosa, è simbolicamente un cambiamento di ogni persona, di ogni componente dell’avventura di CambiAmo Acireale. “Cambiare la città parte dal cambiamento di noi stessi”.
Ed ancora sul palco i tre “antagonisti” alle primarie di Roberto Barbagallo. Il primo Nando Ardita che si sofferma sulla bontà e sull’unita d’intenti di CambiAmo Acireale e non dimentica di puntare il dito contro l’amministrazione uscente. Ardita “Sono così preoccupati che hanno paura a metterci la faccia. Non si candidano con i loro volti perché sanno di essere impresentabili. Noi la faccia la mettiamo perché non siamo quelli che hanno distrutto questa nostra città”.
Francesco Fichera affonda in un passaggio assai applaudito. “I Democratici sono qui, i veri democratici sono qui in questa sala, non sono altrove a perdere tempo con le solite liturgie di una politica asfittica e di mera rappresentanza”.
Adele D’Anna si distacca molto dallo speech politico in senso stretto. I suoi passaggi significativi sono riferiti al rapporto “educativo” e di esempio che una buona amministrazione pubblica deve avere nei confronti dei cittadini “come un buon padre di famiglia”.
E’ tutto molto “stelle e strisce”. Tutto costruito con dovizia di particolari e tutto certamente innovativo sul piano del format. A volte sembra che da un momento all’altro palloncini colorati e bandierine dovessero apparire in sala in uno sventolio magari arricchito da acrobatiche ragazze pon pon.
Quando sale sul palco il candidato sindaco Roberto Barbagallo in sala c’è molta attenzione. E Roberto Barbagallo punta sul lavoro, sull’economia urbana delle pmi, punta sull’unità del gruppo. Distribuisce ringraziamenti ai componenti di CambiAmo Acireale, si stringe con i suoi compagni delle primarie e legge un discorso che, in alcuni tratti, riscalda la sala.
Infine l’on. Nicola D’Agostino. Il suo è un discorso strettamente politico. “Siamo pronti a prenderci le responsabilità del governo della città. Siamo oggi nelle condizioni di mettere in pratica le nostre idee. Noi abbiamo idee chiare, sintetiche, concrete che sono portati avanti da un gruppo omogeneo e da Roberto Barbagallo il nostro candidato sindaco che alla fine di questa campagna elettorale sarà la vera rivelazione per se stesso e per tutti noi. Noi siamo partiti da un progetto, seguito da primarie e oggi di questa nostra chiara identità ne facciamo il nostro punto di forza”.
Applausi e abbracci finali. Clima disteso e Magazzino 14 che lentamente si svuota.
