Fancity Acireale

Allerta meteo tecnica di deresponsabilizzazione

La protezione civile regionale ogni giorno produce il report sulle condizioni metereologiche nella nostra regione, i sindaci leggono il “pdf”, si consultano e decidono di lanciare l’allerta meteo. Ed allora si invitano i cittadini a ridurre gli spostamenti, si invita a stare a casa, si chiudono le scuole e si va a letto con un pensiero in meno.  La situazione è risolta, fino alla prossima pioggia.

Questa sequenza di “allerta meteo” con relative ordinanze hanno il chiaro sapore di auto deresponsabilizzarsi e di poter dire, in caso di infortuni e incidenti dovuti non alla pioggia ma alle pessime condizioni delle infrastrutture del sud e della nostra città, avevamo decretato lo stato di “emergenza”.

Piove e si chiude non certo per la pericolosità della pioggia ma perchè le strutture pubbliche (le scuole su tutte) sono vetuste e, spesso, in deroga alle leggi sulla sicurezza, le strade sono accidentate con o senza piogga, ogni cosa si regge sulle proprie gambe come un vecchio malandato ed allora ai sindaci non resta altro che mettere le mani avanti e bloccare le scuole, limitare i movimenti, produrre ordinanze salvavit; la propria.

Il sud cade a pezzi, le città non hanno manutenzione, ogni cosa invecchia e si inarca e il tempo non è galantuomo, il tempo e l’assenza di un piano di recupero delle strutture pubbliche, rende tutto più precario e in questa filiera di disattenzione all’edilizia pubblica, alla fine davanti al disastro a pagare sono i sindaci. Gli amministratori locali che con un “proclama” di allerta meteo provano a limitare i danni non solo ai concittadini ma, essenzialmente, a loro stessi.

Ed allora l’allerta meteo diventa il famoso salvataggio in calcio d’angolo, un modo come un altro per difendersi in maniera preventiva da eventuali disastri. Comprendiamo il difficile ruolo dei sindaci e comprendiamo che non è per nulla corretto e sano prendersi le colpe degli altri allo stesso tempo, però, non possiamo fare a meno di chiederci perchè in Italia ed in particolare da noi, nel profondo sud, non ci si può sentire sicuri dentro una scuola o mentre si attraversa un ponte o semplicemente percorrendo le strade.

La pioggia non è sinonimo di disgrazie e calamità, l’incapacità e l’inefficienza a il disinteresse verso il rispetto della natura, la disattenzione per i prg e la cementificazione dei torrrenti e di ogni angolo di città, è, invece, pericoloso e innaturale.

Ogni “allerta meteo” è una chiara testimonianza della incapacità della politica a produrre piani per la messa in sicurezza del territorio.

(mAd)