I pantofolai dei musei megafonai e i reduci delle oscure stanzette ritengono opportuno “valutare la possibilità di aprire al centro”. Affermano “dipenderà dal candidato sindaco del centrosinistra decidere le aperture ad altre forze politiche”. Il progetto di spingere Sebi Leonardi alla candidatura a sindaco per aprire un dialogo con l’area UDC legata a Santo Primavera e Giuseppe Basile è una manovra legittima e, allo stesso tempo, senza pudore. Il centrosinistra dei megafonai entra a gamba tesa a sinistra sprezzante di ogni identità, dimenticando da che parte sono stati gli UDC Basile e Primavera.
L’ipotesi che questa possibile soluzione possa portare al ballottaggio è tragicomica. Tragica perché la “caduta libera” del vecchio politico Giuseppe Basile è evidente, comica perché questa formula non tiene conto del disprezzo che troverà tra gli elettori progressisti acesi. Infine una tale possibile scelta non tiene conto del clima che si respira in città. Un clima di necessità di cambiamento, di volti nuovi e di vera società civile impegnata e consapevole. Invece questi “Kissinger” di paese provano come sempre alchimie fallimentari che hanno come unico scopo distruggere ogni identità e consolidare il (pre)giudizio sul centrosinistra e PD. Un luogo di confusi convulsi, senza identità e senza consapevolezza del “vento che tira”.
La coalizione così perderebbe un pezzo (la sinistra) come sempre immolata per inseguire che fino ad oggi condivide le scelte dell’amministrazione Garozzo, chi, come sempre, aspetta l’ultimo treno per capitalizzare qualche migliaio di consensi.
Se questa operazione andasse in porto e se non dovesse portare risultati, nell’immediato dopo elezioni il segretario PD Antonio Raciti e il portavoce del Megafono Biagio Spoto dovrebbe dimettersi immediatamente. Non è possibile incassare quattro sconfitte politiche nell’arco di tempo di soli sei mesi.
