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venerdì, Ottobre 11, 2024
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1782267_704131529607777_1519092460_o“La scuola come motore per lo sviluppo” “di fronte alla crisi economica non si può non partire dalla scuola. Nelle prossime settimane vedrete concreti risultati”. Lo ha detto il presidente del consiglio, Matteo Renzi parlando in aula del senato per il voto di fiducia. ”Domani scriverò una lettera ai miei colleghi sindaci per chiedere a tutti di avere un punto della situazione sullo stato dell’edilizia scolastica” ha proseguito il premier. ”Dal 15 giugno al 15 settembre dovremo fare un piano per intervenire in modo concreto e puntuale sull’edilizia scolastica, un programma nell’ordine dei miliardi di euro”. Ha inoltre rimarcato: “Con quale credibilità possiamo dire questo” cioè che la scuola è centrale nel programma di governo “’se gli investimenti in edilizia sono bloccati dal patto di stabilità interno?”. E infine “Tutte le settimane il mercoledì entrerò in una scuola diversa, mi recherò come facevo da sindaco per dare un segnale simbolico, se volete persino banale, per far capire che da lì riparte un paese.”«Tutte le settimane il mercoledì entrerò in una scuola diversa, mi recherò come facevo da sindaco nelle scuole per dare un segnale simbolico, se volete persino banale, per far capire che da lì riparte un Paese». Il «Tutte le settimane il mercoledì entrerò in una scuola diversa, mi recherò come facevo da sindaco nelle scuole per dare un segnale simbolico, se volete persino banale, per far capire che da lì riparte un Paese». Il «Tutte le settimane il mercoledì entrerò in una scuola diversa, mi recherò come facevo da sindaco nelle scuole per dare un segnale simbolico, se volete persino banale, per far capire che da lì riparte un Paese».

A tutto questo aggiungiamo anche le parole del il responsabile Scuola e Welfare della segreteria del Pd, Davide Faraone, che prevede quattro punti fondamentali:

  1. Stabilizzazione del precariato storico (Gae) entro il 2018, con precedenza (aumentata al 75%) rispetto a qualsiasi procedura concorsuale;
  2.  Accelerazione sui pensionamenti (con una modifica della legge Fornero) dei professori, per facilitare il turnover degli insegnanti;
  3. Contratti a tempo determinato di 3 anni per i precari che non potranno avere accesso alle graduatorie provinciali ad esaurimento, in quanto ormai blindate (sostanzialmente gli abilitati recenti, ossia i frequentatori dei Tirocini formativi attivi – Tfa – e dei Percorsi abilitanti speciali – Pas);
  4. Partecipazione ai concorsi futuri esclusivamente da parte dei soli docenti abilitati attraverso nuove facoltà universitarie create ad hoc per l’insegnamento.

A questo punto però, è lecito chiedersi, come sia possibile attuare tali riforme dal momento in cui è stata  scelta, per il dicastero dell’Istruzione, una ministra, Stefania Giannini, proveniente da Scelta Civica (quel movimento, per intenderci,  creato da Monti, il quale, parlando dei docenti, aveva detto “In alcune sfere del personale della scuola c’è grande conservatorismo e indisponibilità a fare anche due ore in più alla settimana, che avrebbero permesso di aumentare la produttività. Gli studenti fanno bene a manifestare il loro dissenso, ma i corporativismi spesso usano i giovani per perpetuarsi”.  Come se tutto ciò che sta dietro le 18 ore in classe, preparazione della lezione, correzione dei compiti, collegi docenti, incontri scuola famiglia, non esistessero…).

Una professorona, non c’è che dire : docente di glottologia e dal 2004 al 2013 rettore dell’Università per stranieri di Perugia, ma dalle sue alte sfere,cosa sa lei del mondo della scuola? Ad oggi si sa solo che non disdegna l’idea di ridurre di un anno i licei e che non lascerà indietro le scuole paritarie. Diciamo che come inizio non c’è male. Peccato solo che Renzi, sul suo impegno nei confronti della scuola pubblica, ci aveva costruito buona parte della sua campagna politica.

 

 

 

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