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Mozione Messina-Bonanno sui diserbanti chimici nel territorio

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Con la mozione “Salvaguardia del territorio comunale dall’uso dei diserbanti chimici e delle sostanze tossiche  negli interventi di controllo delle infestanti e di difesa fitosanitaria del verde pubblico al di fuori delle pratiche agricole” abbiamo chiesto al Sindaco e alla Giunta di impegnarsi ad adottare il PAN Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari ai sensi dell’articolo 6 del Decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 recante la “Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi.

Si richiede l’adozione di specifiche azioni del pan che avranno ricadute positive riguardo la riduzione dei rischi sulla salute umana e gli impatti sull’ambiente e sulla biodiversita’ dovuti alla riduzione dell’utilizzo di prodotti fitosanitari; la promozione dell’agricoltura biologica l’applicazione   di altri approcci alternativi; la protezione degli utilizzatori dei  prodotti  fitosanitari  e  della popolazione interessata; la salvaguardia dell’ambiente acquatico e le acque potabili; la conservarzione della biodiversita’ e la tutela degli ecosistemi.

Chiediamo anche di formare operatori e informare i cittadini sui rischi dovuti all’utilizzo di pesticidi.

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Acireale, 15.01.2015

 

Al Presidente del Consiglio Rosario Raneri

 

Oggetto: Integrazione e modifica della mozione “Salvaguardia del territorio comunale dall’uso dei diserbanti chimici e delle sostanze tossiche  negli interventi di controllo delle infestanti e di difesa fitosanitaria del verde pubblico al di fuori delle pratiche agricole”

 

Proponenti: Messina Francesca, Bonanno Mariella

PRESO ATTO

CONSIDERATO CHE

 

PREMESSO CHE

 

CONSIDERATO CHE

 

2) altre ricerche, inoltre, hanno rilevato la sua tossicità sulle cellule della placenta e di conseguenza l’associazione tra l’esposizione al glyphosate, a dosi al di sotto della classica diluizione a scopo agricolo, e una serie di alterazioni sulla riproduzione negli esseri umani e in altre specie animali; un rapporto della United States Environmental Protection Agency dichiara che il glyphosate è estremamente persistente in condizioni di applicazione normali, mentre studi condotti in Svezia dimostrano che una sua applicazione può perdurare fino a tre anni.

Occorre, comunque, precisare, a tal uopo, che secondo la Bfr (Istituto federale per la valutazione del rischio, Germania) vi è una convincente evidenza che la tossicità misurata di alcuni erbicidi contenenti glyphosate è il risultato dei coformulanti presenti nei prodotti fitosanitari, cioè di sostanze inerti che supportano il principio attivo  nella sua funzione (solventi, diluenti o propellenti) che ancora oggi, purtroppo, non sono indicati nell’etichetta.

 

TENUTO CONTO

 

In compenso il trattamento con fitofarmaci può determinare numerosi danni diretti e crea le condizioni per effetti negativi anche gravi e a volte non recuperabili: 1) non permette alla vegetazione seminaturale di svolgere il ruolo di difesa del terreno ed espone le scarpate stradali all’erosione e agli smottamenti; 2) arreca danni gravi alla vegetazione, che perde istantaneamente molti decenni di maturazione accumulati con il tempo, e provoca la scomparsa locale di numerose specie e l’impossibilità, in alcuni casi, del ritorno allo stato precedente, neppure dopo l’abbandono della pratica (dopo due o tre interventi in anni successivi si annulla anche la carica dei semi del terreno); 3) arreca danni diretti e indiretti anche alla fauna minore, basti pensare agli effetti sulle popolazioni di Insetti Carabidi che hanno uno stretto rapporto con il terreno e con la qualità della copertura erbacea, per questo motivo utilizzati dall’APAT (Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici) come bioindicatori per la valutazione ambientale e la conservazione della biodiversità; 4) rende obbligatorio l’intervento anche negli anni successivi, in quanto le fasce denudate se non più trattate vengono invase da poche specie annuali particolarmente vigorose e aggressive; 5) si acquistano attrezzature e prodotti chimici inutili, oltre che dannosi, mentre non si investe nel miglioramento delle conoscenze, della preparazione dei tecnici, oltre che nell’adeguamento dei mezzi e delle tecniche di manutenzione delle scarpate; 6) si determina una perdita di maturità  degli ecosistemi marginali, con conseguente riduzione della complessità e della funzionalità sia dal punto di vista vegetale che animale, tenendo conto, peraltro, che in molte aree collinari le strade costituiscono gli ultimi centri di conservazione della biodiversità. Le contraddizioni non finiscono qui, il diserbo dei margini stradali non ha alcuna giustificazione neppure dal punto di vista strettamente tecnico.

 

VISTO CHE

 

l’Unione europea è intervenuta in questa materia introducendo, nella direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, un articolo apposito. All’ articolo 11 si legge infatti: “Gli Stati membri assicurano che siano adottate misure appropriate per tutelare l’ambiente acquatico e le fonti di approvvigionamento di acqua potabile dall’impatto dei pesticidi” e, ancora, si auspica “la riduzione, per quanto possibile, o l’eliminazione dell’applicazione dei pesticidi sulle o lungo le strade, le linee ferroviarie, le superfici molto permeabili o altre infrastrutture in prossimità di acque superficiali o sotterranee oppure su superfici impermeabilizzate che presentano un rischio elevato di dilavamento nelle acque superficiali o nei sistemi fognari”; le medesime norme sono state riprese dall’articolo 14 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150, con il quale lo Stato Italiano ha recepito la direttiva;

nella stessa direzione vanno la direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio europeo, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, e il regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari;

è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 35 del 12/02/2014 il Decreto interministeriale 22 gennaio 2014 di adozione del Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN), ai sensi dell’articolo 6 del Decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 recante la “Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi”;

è stato siglato giorno 11 dicembre 2014  tra la Federazione regionale degli ordini dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Sicilia e AnciSicilia, Associazione nazionale dei Comuni Siciliani l’accordo “PIANI DI SICUREZZA FITOIATRICI, VALUTAZIONI DI INCIDENZA AMBIENTALE E SVILUPPO SPAZI VERDI URBANI: PROTOCOLLO D’INTESA TRA AGRONOMI E COMUNI SICILIANI”.

 

Tutto ciò premesso e considerato

 

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

 

  1. ad attivarsi utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione per adottare il Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN) al fine di salvaguardare la salute umana, l’ambiente e la biodiversità;

 

  1. a interloquire con i responsabili del settore manutenzione strade della Provincia affinché all’interno del territorio comunale vengano utilizzati metodi di tipo meccanico e fisico nelle operazioni compiute dalla ditte loro incaricate;

 

  1. ridurre l’uso di pesticidi o dei rischi in aree non agricole del Comune (parchi, cigli stradali e ferroviari, fossi, viali, verde pubblico e privato, orti pubblici ecc…) utilizzando misure di controllo biologico o prodotti fitosanitari a basso rischio, come prescritto dall’art.12 della Direttiva 2009/128/CE e dall’azione 5 del PAN;

 

  1. vietare i trattamenti diserbanti e sostituirli con metodi alternativi nelle zone frequentate da popolazione o da gruppi vulnerabili (parchi e giardini pubblici, campi sportivi, aree ricreative, cortili e aree verdi all’interno e confinanti con plessi scolastici, parchi gioco per bambini, superfici in prossimità di strutture sanitarie, piste ciclabili, zone di interesse storico-artistico e paesaggistico e loro pertinenze, aree monumentali e loro pertinenze, aree archeologiche e loro pertinenze, aree cimiteriali e loro aree di servizio) così come previsto dall’azione 5.6 del PAN.

Assicurare, inoltre, l’adozione di tutte le prescrizioni mirate al divieto o alla limitazione del diserbo chimico in tutte le aree extragricole, secondo quanto previsto dal PAN;

 

  1. assicurare che vengano rispettate le prescrizioni previste dal PAN riguardo l’esecuzione di trattamenti in  aree agricole limitrofe alle aree abitate o comunque  in aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili;

 

  1. organizzare incontri di informazione e confronto, tavole di discussione con associazioni di categoria, agricoltori e cittadini, sui rischi derivanti dall’uso dei pesticidi e sui metodi meno impattanti per l’ambiente e non nocivi per la salute umana.”

I CONSIGLIERI