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Piccola storia di Jaci – Presepi allestiti nelle botteghe acesi.

Fino a qualche decennio fa nelle strade di Acireale si trovavano tante botteghe, molte di queste erano di generi alimentari. La “putia” solitamente era uno dei punti di riferimento per la spesa dei residenti viciniori, i super mercati ancora -per poco – non esistevano in Acireale. Spesse volte i clienti, piu precisi e affidabili, godevano di una sorta di credito (a cridenza) che il capo famiglia saldava mensilmente.

Con l’approssimarsi delle feste natalizie molti “putiari” allestivano dei suggestivi presepi, di solito sotto i voluminosi banconi o in angoli ben in vista della bottega. Uno di questi era u Zu Vinnirannu (Venerando Trovato della stirpe degli “Abramo”) rivenditore di vino e bibite (“azzusi”) con una piccola cucina a servizio dei clienti. La bottega era di fronte al vicolo Scuderi , quasi ad angolo con Piazza Pasini.

Il ricordo di questo commerciante ci viene tramandato dal nipote, avv. Salvatore Trovato:

U zu Vinnirannu, ogni anno, in occasione del Natale allestiva il presepio, in via Dafnica, quasi tutti i bottegai preparavano il presepio: “La Grotta”. Però quello du Zu Vinnirannu era uno dei più belli e dei più grandi del quartiere.

Lo realizzava in uno spazio ricavato tra il bancone di vendita e la parete sinistra del locale. Lo preparava con erba spina, sparacogna; con muschio vero, che lui stesso raccoglieva nel vicino agrumeto, con fiocchi di bambagia e polvere di gesso, per dare l’idea della neve, pezzetti di stagnola per raffigurare il cielo cosparso di stelle, il laghetto con acqua e pesciolini veri e tanti , tantissimi pastori, autentiche statuine in terracotta create da Sebastiano Bonsignore (Bastianittu). Aveva un centinaio di pastori: il cacciatore, il pescatore, la vecchia che filava, il pecoraio con tutte le pecore, il pastore che dorme, Innaru con le mani tese sul bracere nell’atteggiamento di riscaldarsi. Di tutti i personaggi, ricordo benissimo il contadino che guidava due buoi che aravano la terra ed il garzone del macellaio che preparava la salsiccia in un ceppo con in mano il coltellacio color argento, che sembrava affilato da poco.

Ogni anno, nell’approssimarsi della festività, dava incarico a Benito, il figlio del sarto Michelangelo Leonardi, che abitava quasi di fronte, di organizzare la novena. Allora, c’era molta gente del quartiere che partecipava alla novena; persone di ogni età, ragazzi-ragazze-giovanotti-giovinette. Si dava il via alla novena con la recita del SS.Rosario. Poi, all’arrivo dello zampognaro, al suono della cornamusa si dava inizio ai canti natalizi, alle nenie, alle canzoni popolari che creavano una certa fratellanza, letizia e gioia fra tutti i partecipanti.

Alla conclusione della novena, prima della nascita di Gesù Bambino, u zu Vinnirannu nel retro bottega, in un pentolone metteva a bollire delle lingue di vitello. L’odore del bollito si spandeva su tutto il locale, inebriava, ed anche stordiva. Quando il tutto era cotto, ad ognuno dava una fettina di lingua, e poi metteva a disposizione degli intervenuti vino a volontà, noccioline, e i famosi mastazzola, che mia zia in precedenza aveva preparato. Partecipare alla novena, stare assieme in quelle serate, serviva non soltanto per rafforzare l’amicizia tra vicini di casa, ma sopratutto a far rappacificare coloro che per qualche malinteso non si erano piu salutati.

Fonte storica. “Acireale Via Dafnica e dintorni” avv. Turi Trovato “Abramo”

Foto presepe del messinese anno 1954

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