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Lo stabilimento dell’ex Acqua Pozzillo è di proprietà della Regione; il resto appartiene all’imprenditore Sidoti, ex deputato del MSI, che l’ha comprato dal Tribunale dopo la dichiarazione di fallimento. Con Sidoti le cose non sono andate meglio ed il grande capannone viene lasciato in abbandono insieme al suo carico di amianto. Anni di silenzio, anni in cui si è alzata forte prima la voce del parroco don Giuseppe Cicala, l’impegno dell’on Angela Foti all’ARS e con la GdF, le dichiarazioni del dott. Tringali dell’IRMA, le associazioni cittadine in particolare “L’Impulso” e il rilancio mediatico, hanno riportato la questione fino alla Procura. Sono stati effettuati i controlli, sono state rilevate fibre d’amianto e, quindi e solo ora, il Comune ha mosso le prime azioni “intimando il Sidoti ad occuparsi della rimozione e della messa in sicurezza dell’amianto”. Come sempre accade in questi casi l’imprenditore Sidoti oppone ricorso al TAR che è stato RESPINTO! Adesso ancora uno sforzo per far rivivere Pozzillo libero dalle fibre killers.
Riportiamo alcune dichiarazioni che nel tempo sono state esposte.
Angela Foti (M5S) “Acireale è una città con una grande quantità di amianto nel territorio. In commissione ambiente alla Regione abbiamo rilevato che ad Acireale ci sono il doppio dei casi di mesotelioma pleurico. Bisogna arrivare a bonifica immediatamente. La notizia che è stato respinto il ricorso al TAR da parte della proprietà Sidoti è un passo avanti. Anche se io non mi spiego come mai in tanti anni nessuno si è mai mosso seriamente per risolvere la questione”.
Giovanni Tringali, direttore scientifico dell’Istituto di Ricerca Medica e Ambientale: “Ad Acireale il fenomeno amianto è sottovalutato”.
Salvo Leotta (Impulso): “La presenza di amianto sul territorio di Acireale sarà oggetto di una campagna di informazione nelle scuole del Comune ed inoltre stiamo lavorando ad una mappatura complessiva che includerà anche le micro discariche presenti sul territorio”.